Recensioni e interviste da riviste e fanzines (in italian only)

Recensioni Shape
Recensioni Resurrection


Shape:

Rivista: Rock Hard Italia Magazine
Numero della rivista: N.32 – Aprile 2005
Voto: 7/10
Recensore: Riccardo Arena

Circa due anni fa i Pesaresi Dynamic Lights si fecero notare grazie ad un mini cd autoprodotto che riscosse un gran successo tra gli addetti ai lavori e gli valse passaggi radiofonici, date di spalla a colossi del calibro di Pain Of Salvation, Shaman e Lacuna Coil, e infine un contratto con la DVS Records, piccola etichetta progressive rinomata per l'elevata qualità delle sue produzioni. E "Shape" è senz'altro un esordio di qualità, a riprova del particolare fiuto per il talento che abbonda in casa DVS. Certo, la proposta dei Dynamic Lights è ancora molto derivativa, questo va detto senza mezzi termini. Echi di Fates Warning, Dream Theater ed Evergrey trapelano chiaramente durante l'ascolto, ma sono i Pain Of Salvation più introspettivi di "Remedy Lane" ad aver esercitato un fascino enorme sui ragazzi e talvolta la band di Daniel Gildenlöw viene citata in modo sin troppo sfacciato. Nell'amalgama di influenze si riesce tuttavi a cogliere il seme di una personlità in corso di maturazione e se l'originalità non è proprio l'arma vincente dei Nostri, lo sono senz'altro la preparazione tecnica e il potenziale espressivo che i loro brani riescono a sviluppare superato lo scetticismo iniziale. Fondamentali in tal senso sono le tastiere e il pianoforte di Giovani Bedetti, che dimostra di poter emulare in scioltezza il Jordan Rudess più tecnico e classicheggiante, ma preferisce prestare il suo contributo sul versante atmosferico e melodico. Bravo ed espressivo anche il cantante Matteo Infante, un compromesso tra Ray Alder e Daniel Gildenlöw con una pronuncia Inglese finalmente all'altezza dei mercati internazionali. Un poco penalizzati dalla produzione risultano invece essere chitarra e sezione ritmica: un po' in ombra la prima, troppo asciutta la seconda. Si tratta comunque di dettagli. Se amate le sonorità delle band menzionate non esitate a far vostro questo gioiellino Made In Italy. Dal prossimo album esigiamo però un sound più maturo.

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Rivista: Metal Force Magazine
Numero della rivista: N.26 – Maggio/Giugno 2005
Voto: 85/100
Recensore: Igor Italiani

Già con il precedente "Resurrection" EP autoprodotto di debutto, avevamo intuito le enormi potenzialità dei Dynamic Lights, quintetto pesarese dedito ad un Prog Metal dalle mille sfumature; ed ora che "Shape" ha preso forma non possiamo che constatare l'ulteriore evoluzione del combo tricolore. Con il susseguirsi degli ascolti i complessi brani, racchiusi in questo pregevole lavoro, diventano sempre più semplici da decifrare. È il caso, ad esempio, di "Between Two Parallels", che parte da una palese reminiscenza dei Pain Of Salvation e si plasma in un vortice sonoro vicino ai Planet X, per poi chiudere con atmosfere vicine a "Metropolis Part 2". Oppure "Density", un breve interludio, vicino al genio di Keith Emerson, che funge da rampa di lancio per la potenza di "Going To Nowhere", che pare richiamare, nei secondi iniziali, addirittura "V" dei noti ed apprezzatissimi Symphony X. Influenze tra le più disparate, quindi, sapientemente personalizzate dalla band Italiana, in grado di offrire una prova d'insieme a dir poco ottima; colpisce soprattutto lo stato di grazia del tastierista Giovanni Bedetti, il quale sembra indovinare sempre il suono giusto al momento giusto. E se il nostro firmamento Prog brillava già di tante stelle, da oggi si aggiungono anche delle inebrianti "luci dinamiche".

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Rivista: Metal Maniac
Numero della rivista: N.1 – Maggio 2005
Voto: 8
Recensore: Enrico De Paola

Dopo il pantagruelico demo "Night Lights" (costituito da ben dieci tracce) e il mini-CD "Resurrection", giungono finalmente al debutto ufficiale su full-length anche i Dynamic Lights, veri e propri professionisti del progressive metal e del prog rock, per l'occasione entrati a far parte del rooster della label olandese DVS Records. La formazione tricolore dà subito prova di avere le idee chiare fin dalla sofferta opener "In The Hands Of A Siren", un brano che a dispetto della sua lunga durata (supera abbondantemente i nove minuti) e di un feeling particolarmente malinconico, riesce puntualmente a mantenere viva l'attenzione di chi ascolta. Fortunatamente non siamo di fronte all'ennesimo clone dei Dream Theater, è bene dirlo, sebbene le influenze di John Petrucci e compagni non manchino talvolta di apparire all'orizzonte. Sono, tuttavia, soprattutto l'amore per la musica e il desiderio di sperimentare nuove soluzioni, i principali responsabili del suono prodotto dall'ensemble. Pagando un evidente dazio in primis nei confronti del prog rock dei Seventies e, in misura minore, del jazz, ma non rischiando per questo di apparire anacronistica, la proposta dei Dynamic Lights riesce così a centrare spesso il bersaglio, conquistandoci senza troppe riserve.

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Rivista: Melodic Rock Fanzine
Numero della rivista: N.7 – Marzo/Aprile 2005
Recensore: Thorsten Dietrich

I don’t have any prejudices against italian bands but through the last years from that country came a flood of Helloween, Rhapsody and Hammerfall clones which nobody needs... and I can’t count them anymore! So I am happy to get a band like Dynamic Lights. The five-piece have been founded in Pesaro during 1997 and it had a stable line-up for years. And now it throws the debut-album “Shape” onto the international market. A warm guitar-sound, some sweet pianokeyboards and the melancholic voice of frontman Matteo Infante are the trademarks of the band. Unfortunately I didn’t find the name of the female singer which sings a great duet in the 9- minutes long opener “In The Hands Of ASiren”. The songtitle fits: the female-singer is a siren, but a siren you like to hear often. Songs of 8, 9 or 11 minutes are usual for Dynamic Lights and well show their Progressive Metal roots. Most of the 55 minutes duration-time is composed by midtempo; the band spreads a relaxing atmosphere and it’s a good ending for stressy evenings. But for the future I would like to hear more different keyboard-sounds as this piano-sound bores me a bit with the time. And also some drums-parts are too simple for a Prog-band. Still, “Shape” is a good debut and I hope these guys get the audience they deserve!

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Intervista: Rock Hard
Numero della rivista: N.32 – Giugno 2005
Intervista di: Riccardo Arena

Pubblicato dall'encomiabile DVS Records, vera e propria fucina di giovani talenti, l'album d'esordio dei Pesaresi Dynamic Lights farà sicuramente proseliti tra gli amanti del progressive metal più ricercato ed emozionale. Shape è un album intenso e intriso di emozioni nobilitate da un'esecuzione tecnica di rilievo, che non sconfina mai nel tecnicismo. E' un lavoro intelligente e gratificante, ricco di dettagli e sfumature, nonchè curatissimo sotto ogni punto di vista. Se solo i ragazzi avessero anche evitato di cadere nel trabocchetto del deja-vu, sensazione un po'troppo presente in alcuni passaggi, avremmo forse parlato di capolavoro o giù di lì. Ma per piazzare il proprio masterpiece i Dynamic Lights hanno tempo e viste le premesse è probabile che non ci faranno attendere a lungo. Ai nostri microfoni il chitarrista Marco Poderi e il cantante Matteo Infante.

Tra le vostre numerose influenze spicca quella dei Pain Of Salvation, ma la personalità non vi manca. Attualmente quali credete siano i vostri tratti distintivi?

MP: Abbiamo sempre composto seguendo le nostre idee, a seconda dei nostri stati d’animo e ignorando la direzione intrapresa dalle altre band, quindi viviamo la nostra musica come tale e non come “ispirata” da altri. Penso che il paragone con i Pain Of Salvation sia dovuto in molti casi al fatto che, come loro, diamo grande importanza al lato interpretativo/emotivo dei brani e cerchiamo di dare un certo “calore” ad un genere troppo spesso suonato in modo distaccato e freddo. A grandi linee penso che oggi a distinguere la musica dei Dynamic Lights sia il mix tra la dolcezza del progressive rock e l’energia del metal; mi piacerebbe anche raggiungere la raffinatezza e la profondità grazie alle quali i gruppi prog rock Italiani del passato hanno fatto scuola nel mondo.

Sembra che abbiate voluto distinguervi anche dal punto di vista della produzione, ma il risultato, pur buono, non convince sempre...

MP: In questo senso abbiamo sempre avuto le idee molto chiare e siamo pienamente soddisfatti del risultato. A volte, come nel caso della batteria, ci siamo allontanati molto da quelli che sono i classici suoni del genere; per quanto riguarda questo strumento, infatti, ci piacciono i timbri naturali che rendono al meglio il tocco e le dinamiche impresse dal musicista. Per la chitarra, anche se forse non si nota ad un primo ascolto, abbiamo adottato moltissime sonorità a seconda dell’intensità e dell’impatto che doveva avere il pezzo.

Il moniker “Dynamic Lights”, il titolo Shape, l’artwork astratto sono elementi che evocano immagini indefinite e in continuo divenire...

MP: Il nome del gruppo meriterebbe un discorso a parte l’artwork e il titolo del disco vogliono stuzzicare la fantasia dell’ascoltatore circa il rapporto forma - non forma che riguarda la musica e non solo, mentre il nome del gruppo merita un discorso a parte. Dynamic Lights rende bene l’idea di quello che vogliamo fare: musica “dinamica”, in continua evoluzione ma anche caratterizzata da diverse tonalità. D’altra parte a rendere la musica un'arte così bella è proprio la sua capacità di mandare messaggi intensi e forti nonostante la sua imprevedibilità, le sue infinite combinazioni e il suo continuo evolvere.

Testi: onere da sbrigare o elemento fondamentale per la riuscita di un brano?

MI: I testi non hanno rappresentato un onere da sbrigare, ma un lavoro importante per il completamento delle canzoni. Durante la loro stesura non mi sono posto problemi o vincoli sia per la metrica sia per i contenuti. Personalmente penso siano un elemento fondamentale e inscidibile dalla nostra musica perchè contribuiscono a rendere i nostri brani particolari e non banali. A noi interessa trasmettere emozioni e lasciare qualcosa all’ascoltatore; se i testi contribuiscono a questo risultato ne siamo fieri.

Infine cosa bolle in pentola sul fronte live?

MP: Quest’anno sarà importantissimo per noi dal punto di vista dei live. Presto partiremo per un mini-tour Europeo assieme ai Nightingale mentre ad Ottobre suoneremo al Progpower Festival dove tra l’altro avremo la possibilità di osservare da vicino band eccezionali. Speriamo anche di trovare molte date qua in Italia, è una cosa alla quale teniamo moltissimo!

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Intervista: Metal Force Magazine
Numero della rivista: N.26 – Maggio/Giugno 2005
Intervista di: Igor Italiani

Approfittando della release-party di “Shape”, il loro debutto su scala mondiale, incontriamo i pesaresi Dynamic Lights, una nuova e luminosa realtà nel firmamento delle band prog nazionali e non.

Ciao ragazzi, la prima domanda che vorrei farvi è che cosa si prova ad essere finalmente un gruppo internazionale con tutti i crismi, grazie al piano di distribuzione e di supporto che riguarda “Shape”?

Ciao Igor…beh, è una sensazione stupenda, innanzitutto perché al momento stiamo ricevendo tantissime recensioni molto positive, e quindi non possiamo che essere contenti della cosa. Inoltre, il fatto di essere costantemente coperti di elogi ci rende particolarmente orgogliosi, anche perché così possiamo finalmente considerarci soddisfatti del meticoloso lavoro che ha preceduto l’uscita di “Shape”.

Già, se non sbaglio questa meticolosità è andata un po’ ad incidere anche sulla data di uscita del disco…

Si, il disco in Italia sarà disponibile dal 26 di Aprile, perchè il team della DVS Records ha voluto rielaborare le sue licenze di distribuzione per fare in modo che questo CD, sul quale puntano molto, sia disponibile pressoché ovunque. Però noi non potevamo aspettare oltre, e oggi (9 Aprile) abbiamo comunque organizzato questo release-party per incontrare tutti gli amici vecchi e nuovi.

A proposito di supporto…farete da spalla ai Nightingale per il loro tour del decennale in Europa!

Si, apriremo i concerti del mitico Dan Swano per 8 date, e visiteremo Danimarca, Olanda e Germania. Che altro dire se non che l’opportunità ci si è presentata quasi per caso e che siamo stati contentissimi di accettarla…per noi sarà un’occasione quasi unica per farci conoscere all’estero, anche se ci hanno già chiamato persino per il Progpower europeo…siamo davvero al settimo cielo.

Ottimo. Ora torniamo a parlare del disco, che contiene influenze tra le più disparate, ma sempre sapientemente personalizzate. Direi che possiamo già considerarlo un lavoro maturo, che prelude a qualcosa di ancora più complesso in futuro…

Beh Igor, grazie per le belle parole. Per dirla in maniera colta il disco è un’insieme di energie primigenie che prendono forma e si sviluppano in un linguaggio complesso ma allo stesso modo intrigante. Insomma, abbiamo voluto dare forma alle nostre influenze musicali, facendo in modo però di ammantarle con il nostro tratto personale, rifinito nel corso di tutti questi anni di maturazione. Alla fine, come si intuisce dagli effetti in coda all’ultima traccia, la forma torna ad essere non forma, in maniera quasi ciclica…ma tutto è pronto a prendere di nuovo vita, anche se non sappiamo ancora come…sai, in futuro vorremmo approfondire alcuni percorsi, come quello dell’elettronica colta o della fusion. Chissà…

Sono curioso anche io, ma intanto vorrei soffermarmi un attimo sull’artwork, che come al solito è opera di Raffaele (Mariotti, il bassista. N.d.A.). Un artwork anche questo molto originale, che riprende la linea già tracciata dal vostro primo EP…

Si, anche in questo aspetto cerchiamo di stabilire una nostra identità ben definita, e crediamo che ad esempio non vedrai mai una nostra cover cupa. Anzi, proprio questa copertina è un soggetto particolare che conosciamo solo noi del gruppo, anche se si riconduce in qualche maniera al nome Dynamic Lights. Vediamo chi riuscirà ad scoprire l’arcano mistero, hahaha…

Bene, siamo arrivati al termine dell’intervista. Vorrei chiudere con una riflessione…io personalmente vi conosco da dieci anni, e so bene quali sono stati gli sforzi per arrivare dove siete ora. Ma riuscite ad immaginarvi tra altri dieci anni, seppur lontanamente?

Beh, non è affatto facile, anche perché in dieci anni possono succedere un sacco di cose, soprattutto nel mondo odierno. Però contiamo di essere ancora qua, a sfornare dischi che siano sempre più improntati sulla qualità delle composizioni. Speriamo, soprattutto, che tra dieci anni il nostro essere musicisti rappresenti una professione a tutti gli effetti, sarebbe il realizzarsi del nostro sogno più grande.

OK, è tutto. Un grazie per le esaurienti risposte e buona fortuna.

Grazie a te Igor per l’intervista ed un caloroso saluto a tutti quanti i lettori di Metal Force, che rimane una delle riviste meglio realizzate nell’intero panorama musicale.

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Resurrection:

Rivista: Metal Shock
Numero della rivista: N.356 – 1/15 Aprile 2002
Voto: 10/10 Top Demo
Recensore: Aldo Luigi Mancusi

Alcune volte ti capitano tra le mani quei promo che, se non lo sapessi, difficilmente capiresti che non si tratta assolutamente di un’uscita ufficiale, bensì di un’autoproduzione. Ovviamente questo è il caso dei Dynamic Lights, una nuova realtà proveniente da Pesaro che a mio avviso farà tanto parlare nei circuiti underground e non solo. Questo quintetto tricolore ci propone un interessantissimo prog metal, sulla falsa riga di Fates Warning e Dream Theater, ma ben shakerato con un certo tipo di melodia, tipica del pomp metal più maestoso e raffinato. I quattro pezzi presenti sono sublimi e dinamici, per giunta godono di una produzione che supera di gran lunga la media delle autoproduzioni di casa nostra. Anche la confezione è estremamente professionale, giusta ciliegina sulla torta per un prodotto veramente “superiore”. I Dynamic Lights sono una nuova e grande realtà che ribadisce a chiara voce le potenzialità di chi per suonare usa il cuore e non la fotocopiatrice.

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Fanzine: Wild Zine
Numero della fanzine: N.12 (recensione)
Recensore: Eman

Fortunatamente i trend, prima o poi (meglio prima), finiscono e solo chi esprime passione per uno stile può dare un contributo ad un certo modo di intendere la musica. Dopo un periodo in cui anche il progressive era divenuto una moda e tutti i gruppi che usavano qualche tempo composto erano considerati dei geni, adesso è nuovamente possibile apprezzare certi lavori per il loro sincero spessore tecnico/compositivo. E’ proprio il caso di “Resurrection” dei Dynamic Lights, bellissimo mini cd di progressive metal, un heavy metal raffinato ma grintoso, articolato ma coinvolgente e soprattutto, dinamico e moderno. A parte qualche piccolo riferimento, su tutti i Dream Theater da cui prendono quel fantastico senso di imprevedibilità, la totale libertà da qualsiasi canone consente ai cinque Pesaresi di creare uno stile personale e carico di espressività, grazie ad una ricercata e disinvolta capacità compositiva con cui i nostri si avventurano nelle continue evoluzioni dei loro brani. Quattro song, raggruppate in due suite di lunga durata, che si distinguono per la carica che riescono a sprigionare senza mai ricorrere a ritmiche esasperate, a dimostrazione che per esprimere grinta non occorrono monologhi di doppia cassa, ma una buona dose di sentimenti giusti al momento giusto; un continuo intrecciarsi di situazioni e groove differenti: dagli stacchi più distorti e propriamente metal di grande intensità e potenza, a quelli riflessivi di fattura fusion, per arrivare alle parti moderniste delle sonorità più innovative. La grande preparazione strumentale trova il perfetto completamento nella versatile ugola di Matteo Infante, cantante che merita sicuramente tale appellativo, oltre che per la capacità di adattamento sia ai momnti più aggressivi che a quelli più melodici, per la grande forza espressiva. L’indiscutibile valore di “Resurrection” è sigillato da una produzione professionale che sono sicuro consentirà ai Dynamic lights di trovare la giusta label per pubblicare il debut album che si preannuncia un piccolo capolavoro.

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Fanzine: Wild Zine
Numero della fanzine: N.12 (intervista)
Intervista realizzata da: Eman

“Libertà e creatività senza compromessi”, così i Dynamic Lights definiscono la loro musica, per la quale non esiste classificazione che tenga. Un gruppo giovane che con “Resurrection” ha pubblicato un mini-cd maturo ed impegnativo, ma allo stesso tempo grintoso. Un gruppo che restituisce al Progressive Metal quel senso di dinamicità e di continua evoluzione, mantenendo sempre alta l’attenzione per la propria musica. Un disponibilissimo Marco Poderi, virtuoso chitarrista della band Pesarese, ci accoglie nel mondo dei Dynamic Lights.

"I Dynamic Lights sono libertà e creatività senza compromessi", quali restrizioni volete fuggire con la vostra musica?

Vogliamo evitare ogni restrizione dovuta ai generi musicali, alle mode, ai canoni della musica standardizzata…Noi cerchiamo di offrire un prodotto emotivamente valido ed a volte le nostre maniere ci portano a decisioni impopolari…nonostante questo continuiamo sulla nostra strada come abbiamo fatto fino ad ora.

Il vostro metal raffinato non forza le ritmiche più di tanto, come date sfogo allora alla vostra grinta?

Dipende dai brani…non abbiamo problemi a suonare anche cose molto più dirette e cattive…con l’occasione ti faccio qualche anticipazione sul nostro futuro: l’ultimo brano che abbiamo composto, e che ancora non abbiamo mai presentato in pubblico, farà la gioia di tanti fan di musica “pesante”. Emergono in quella canzone le nostre influenze più spinte, che potrebbero essere quelle dei Meshuggah e dei Death fondamentalmente.

Come si fa a mischiare influenze diverse senza rischiare di creare musica incomprensibile e far emergere la propria personalità?

Basta suonare con il cuore… basta affidarsi all’orecchio e non forzare soluzioni. Abbiamo una nostra personalità poiché suoniamo ciò che amiamo, poiché non copiamo nessuno ma diamo sfogo alle nostre idee. La coerenza è una cosa che viene con l’esperienza, una volta creata una certa affinità tra i membri della band.

La vostra musica è allora aperta a tutto o c’è qualche soluzione che proprio non digerite? Cosa mi dici ad esempio della tecnologia e dell’elettronica?

Siamo aperti a tutto… Raffa (bassista) è un patito di musica elettronica ed io e Simone (batterista) ne ascoltiamo in quantità comunque notevoli. Penso che la musica sia passione e che per ogni attimo di vita ci sia una melodia adatta…a seconda dei momenti e delle situazioni ascolto gruppi e generi diversi. Tori Amos…qualche giorno fa ero arrabbiato ed ho ascoltato per due volte di fila un disco dei Morbid Angel

Vuoi spiegarci la struttura del vostro cd che sembra composto da due suite?

Ottima osservazione…Il disco è composto da due brani che sono stati poi divisi, ognuno in due sezioni, per evidenziare meglio i passaggi fondamentali delle storie che vengono raccontate attraverso i testi e le musiche. Le due parti che compongono le canzoni sono, a mio avviso, come due capitoli di un libro, come due fasi importanti di un’unica storia. A me piace considerarle due concept song.

Per ascoltare e comprendere i Dynamic Lights occorre...

Avere almeno un orecchio funzionante…Penso che la nostra musica non richieda così tante conoscenze specifiche. Molte persone non abituate ad ascoltare brani complessi, che hanno sentito il cd per caso, vi hanno trovato comunque degli aspetti interessanti. Basta sentirlo con un po’ d’attenzione. Ovviamente un musicista ed un ascoltatore esperto potranno scorgere alcune sfumature ad altri inedite, ma non è solo alla fascia dei così detti “intenditori” che ci rivolgiamo.

Di fronte a brani elaborati, come potrebbero essere i vostri, viene da domandarsi quanto incida la razionalità di studiare certe geometrie e quanto, invece, l'istinto di buttar fuori quello che esce in fase compositiva?

In questo potremmo essere un gruppo progressive abbastanza fuori dai canoni…nonostante abbiamo studiato e continuiamo a studiare teoria musicale, non diamo alcuna importanza, in fase di composizione, a quelle che sono le geometrie musicali. Spesso i brani nascono da improvvisazioni collettive e se suoniamo un tempo dispari lo facciamo perché così è nato il pezzo…la prima volta che ho potuto constatare quanti e quali sono i tempi che compongono i nostri brani è stato quando ho dovuto programmare il metronomo per andare in studio…fa parte poi del nostro stile non affrontare sempre un riff nel modo più consueto, ma questa è una cosa naturale per noi…

Nonostante la vostra musica sia impegnata ed elaborata, mi sembra che per voi sia sempre importante mantenere un certo tono scherzoso, come dimostra la traccia video inclusa nel vostro cd…

Siamo persone spontanee (almeno spero)…ci piace ridere e divertirci. Siamo seri quando una situazione lo richiede. In questo momento vorrei fare una battuta ma non mi viene…forse perché sono al telefono con una donna e c’è veramente poco da ridere!

A volte, ascoltando certi discorsi, mi trovo un po’disorientato e mi chiedo: “ma c’è forse un’età arrivati alla quale è il caso di smettere con l’heavy metal?"

No…secondo me, come ho già detto, vi sono musiche adatte a diverse situazioni. Non considero ad esempio il jazz e la fusion, che generalmente sono considerati stili maturi, superiori al metal ed al rock…eppure ho un idea di questi generi. Di una cosa sono sicuro: la musica non ha età.

Dopo un periodo in cui anche il prog metal era stato colpito dalla sindrome da trend per cui bastava elaborare qualche tempo composto per diventare una band progressive, adesso...

Adesso ci sono tante band valide nel panorama mondiale…alcuni musicisti hanno ricominciato ad intendere la parola “progressive” come avanguardia, libertà creativa…ed i risultati si sono visti. Certo continuano a nascere anche gruppi senza personalità che si limitano a copiare i Dream Theater, ma non mi interessa…l’importante è che stiano trovando spazio realtà più innovative e caratteristiche.

Qual è il vostro rapporto con gli altri gruppi italiani? Come vi ponete nei confronti di una scena così discussa come la nostra?

Secondo me la scena Italiana può vantare nomi di grande valore…mancano però le spinte necessarie per cui queste proposte vengano fuori. Purtroppo conosciamo di persona poche realtà emergenti del territorio nazionale. Comunque posso dirti di aver parlato con molti musicisti nostrani e di aver apprezzato molto la semplicità con cui si pongono…salvo le ovvie eccezioni.

Non credi ci sia un sovraffollamento e sia opportuna una forma di selezione o forse ciò non risolverebbe lo stesso la tipica indifferenza del metallaro Italiano?

Io penso che in Italia ci siano tantissime realtà emergenti valide…non so se servirebbe una maggiore selezione…è probabile. In ogni caso a me interesserebbe prima di tutto veder riconosciuti i meriti a certi gruppi che lavorano sodo e che non hanno niente da invidiare a realtà straniere affermate.

Ultimamente ho trovato poco interessante la scena principale…mi consiglieresti qualche cd da acquistare?

Allora, per quanto riguarda il progressive sicuramente interessanti ci sono Remedy Lane, dei Pain Of Salvation, e Dead Soul Tribe, con un omonimo album. Nel metal estremo consiglio i nostrani Infernal Poetry e gli X Hells. Poi…boh…il live dei Planet X…i nuovi Down…a seconda dei gusti ci sarebbero altri 2000 dischi secondo me.

Il titolo Resurrection rappresenta forse quella voglia di un nuovo futuro, di una nuova vita espressa nelle vostre liriche...

No, rappresenta per noi uno stacco dal passato…abbiamo avuto qualche difficoltà nella nostra storia/evoluzione. Per quanto riguarda le liriche, non le consideriamo come un veicolo per trasmettere degli slogan o dei suggerimenti, ma come dei pittori preferiamo riportare su di una tela le nostre emozioni, le nostre speranze e le nostre paure…Matteo, che di solito si occupa di questi, ama viaggiare con la fantasia e raramente si rifà ad episodi o a situazioni reali.

Come potrebbe essere tutto più semplice? Cosa rende la nostra esistenza così complicata?

Secondo me qualche complicazione rende la vita migliore…mi piace inseguire obiettivi, trovare dentro di me stimoli nuovi…noi Dynamic siamo tutti molto attivi e non siamo abituati a concentrarci sui piaceri facili ed immediati…Ovvio, dei momenti rilassanti, easy, sono più che necessari ma bisogna sapersi gestire.

Non credete sarebbe più opportuno provare a vivere al meglio ogni nostro istante anziché cercare la nostra salvezza in un orizzonte più lontano?

E’ possibile interpretare il testo di Straight To The Sun, al quale tu penso fai riferimento, come una rivisitazione in chiave moderna del mito di Prometeo, ma non solo. Secondo me vi sono momenti da vivere nella loro fugace comparsa e momenti belli da inseguire e da sognare…In ogni caso è la curiosità a spingerci lontano e la voglia di ricercare nuove emozioni…

Siamo arrivati alla fine...

Peccato, mi stavo divertendo…a parte questo comunque voglio ringraziare te e tutti i ragazzi che si sono in qualche modo interessati a noi…mi fermo, così vi leggete il resto della fanza, grazie ancora e buona lettura…

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Rivista: Flash
Numero della rivista: N.162 - Luglio 2002
Voto: non disponibile

…i Dynamic Lights, che si sono autoprodotti “Resurrection”, lavoro che gli spianerà la strada verso un deal importante. Non c’è una sola nota fuori posto in questo splendido “affresco” di progressive metal, non una canzone che risulti noiosa e soprattutto nessun “mixaggio” fatto in casa. Qui i suoni e l’artwork sono professionali, lo si sente e lo si vede. I pezzi che compongono “Resurrection” sono 4, per un totale di 27 minuti di suoni complessi e dilatati. Si parte con l’opener Breath Of The Earth” (che apre la mini suite Straight To The Sun), nella quale fanno capolino Rush, Sieges Even, e gli intramontabili Fates Warning. Buona l’intesa tra il tastierista Giovanni Bedetti ed il chitarrista Marco Poderi, così come risulta convincente la prova offertaci dal vocalist Matteo Infante (sulle orme del divino Alder). Breath Of The Sun, con le sue atmosfere magniloquenti, ci rimanda ai classici stilemi di un prog rock intimista che potrebbe ricordare gli Everon di Paradoxes, mentre Awakening/Consciousness ci riporta in una dimensione più Heavy, dove gli intrecci tra chitarra e tastiera (a là Petrucci-Rudess, tanto per intenderci) la fanno da padrone. Si chiude con le note meste di "Deception/Revenge”, che mettono fine ad un cd che consiglio a tutti quelli che “vivono” di Rush, Dream Theater e compagnia bella.

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Rivista: Rock Hard
Numero della rivista: N.8 - Febbraio 2003
Voto 8/10
Recensore: Paolo Franzoni

Devo dire che musica come quella dei Dynamic Lights si sente poco in giro. Questo per la band è il primo cd autoprodotto che segue un demo molto apprezzato uscito nel 99’. Sia a livello di produzione, sia di artwork, il lavoro è del tutto professionale ed i cinque ragazzi con gli srumenti in mano si dimostrano all’altezza delle aspettative proponendo un prog di chiaro stampo Dream Theater in quanto a sonorità ed atmosfere create. Il promo dsi divide in due suite intitolate “Straight To The Sun” e “Rescued From Oblivion”, la prima parte è sicuramente più armonica e melodica e propone dei chiari richiami in stile Queensryche mixati con spunti ispirati ai Mr Big. La seconda parte è invece più dura e ritmata, il suono s’incattivisce e la band si propone in maniera più eclettica, rasentando una vera e propria citazione alla band di Petrucci ma rimanendo su canoni compositivi di alto livello; spicca la superba “Awakening/Consciousness” che fonde ritmiche serrate a cambi di tempo che svariano dalla ballad Aor fino a sfumare in un piano Jazzato che a sua volta si avvicina ad ambienti più fusion. Le quattrop songs presenti sono tutte di altissimo livello ma spesso i musicisti si “intrattengono” troppo in virtuosismi troppo auto-incensanti che finiscono con il distogliere l’ascoltatore da un lavoro che merita molta attenzione. Grande prova di questa band Pesarese che mi lascia un po’ con la bocca asciutta a causa della breve durata di questo cd, mi aspetto di poterla riascoltare al più presto, magari con un full lenght!

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